In un mondo dentro la mia testa il 5G c’è da un bello pezzo di tempo.
Ci si sono già abituati da quelle parti al 5G.
Per loro, gli abitanti di questo mondo dentro la mia testa intendo, il 5G è qualcosa di normale, come per noi è normale la bicicletta.
Tra i tanti vantaggi del 5G, in questo mondo dentro la mia testa, c’è quello che tutti i bimbi che sono dentro la pancia sono connessi tra loro.
Comunicano.
– “Che fai tu?” domanda una pancia all’altra pancia.
– “Scalcio io” risponde l’altra pancia. “E tu?”
– “Faccio le capriole, ma tra poco mi metto a testa in giù, così mi preparo per uscire”
– “Wow. Io devo aspettare ancora qualche settimana. Oh, mi raccomando. Appena esci, piangi. Che gli serve a far capire, a tutto lo staff, che stai bene”
– “Sì sì, l’ho studiato. Devo piangere per far capire che sto be…”
Ma non ebbe il tempo di finire la frase che una luce fortissima, la prima luce, gli bagnò la testa e gli occhi.
“Un bel maschione” urlavano in sala parto.
“Guardate come piange, guardate! Vuol dire che sta bene”
“Complimenti Signora” disse l’infermiera alla donna che aveva appena partorito.
La donna, adesso mamma, piangeva a dirotto.
“Piange! Vuol dire che sta bene” pensò il nuovo arrivato.
“E lui?” Si chiese il neonato
“Lui è tuo Papà” sussurrò la donna alle piccole orecchie del figlio.
“Anche lui piange, menomale”.
“E quello che sbuffa?”
Felici, tutti e tre, uscirono dall’ospedale e andarono verso casa.
“Che fa quel tizio? Perché fa uff?”
“Quello è un signore che non conosciamo. Fa uff perché gli piace lamentarsi per ogni cosa. Tra un po’ gli uff a disposizione gli finiranno però e non potrà più lamentarsi”
“Uff, uff, uff, uff, uff, uff” cominciò a ripete il piccolo. Sembrava un disco rotto. Pareva essersi incantato.
“Che fai?” gli domandò la madre preoccupata.
“Finisco subito i miei lamenti a disposizione, così poi non potrò più lamentarmi” dichiarò il neonato.
Sto mondo dentro la mia testa spacca raga.
