C’è un pezzo di carta appeso con lo scotch.
C’è scritto un avviso. Rigorosamente a mano.
Si tratta di un foglietto, un pizzino (di quelli Nobili però), appiccicato alle vetrine di tutti i panifici di Palermo.
Sto pizzino ha la stessa potenza di un albero di Natale acceso a festa. La magia che riesce a sprigionare il pezzo di carta in questione non ha niente da invidiare a quella che esce fuori da un presepe e neanche a quella di un Babbo Natale che attraversa il cielo, a bordo della sua slitta, e si butta dentro al camino.
Il pizzino recita testualmente così:
“Si accettano ordinazioni di pizza e sfincione”.
Sette parole capaci di dare vita ad un rito.
Perché di rito si tratta, visto che segue delle regole ben precise che adesso provo a sintetizzarvi.
Fuochi, fuocherelli, pentole e pentolicchi sono già operativi. Da due giorni. Almeno.
Si frigge e si vugghie.
Tutto.
Si allungano i tavoli e si contano le sedie.
Cugini, nipoti, cognate e prozie si arricampano.
E tu chi sei!?
Boh, sarò un acquisito.
Vabbè futtitinni.
Ci siamo tutti?
Presenti.
E allora brindisi. Si può cominciare.
E si cucina, si parla, si gioca e si brinda.
Si cucina forte, si parla con gusto e si gioca di brut.
Fermi tutti.
L’avete sentito?
Il richiamo del rito.
I maschi posano le carte sul tavolo, si guardano.
L’intesa c’è.
Acchiappano i giubbotti e se vanno.
Le femmine manco se ne accorgono. Alzano le fiamme e mescolano i racconti.
I picciriddi ridono e urlano, sono già rossi e sudati.
Tutti i maschi escono dai portoni e sono per strada.
Camminano.
Avete presente i topi richiamati dal pifferaio magico. Quelli sembrano.
Sono cristiani però, e al posto di inseguire il pifferaio fanno strada verso il panificio.
Ogni famiglia ha un suo panificio di fiducia e ovviamente è il panificio migliore di tutti.
Non facciamo questione, per favore, che è Natale.
C’è la fila.
Sulle braccia alzate fluttuano teglie.
Attenzione signori, lasciate passare.
Paiono volare quelle teglie che adesso fanno rotta verso casa dove intanto si sforna e si impiatta.
Tutto è pronto.
Quanti siamo?
29.
E per quanti avete cucinato?
Per 290 ma tranquillo che sono cose che si scaldano anche domani. Niente si butta.
E ste teglie di pizza e sfincione?
È un rito.
Buon Natale amici. Che tutte le vostre e le nostre piccole grandi emozioni possano realizzarsi!
