ioGero e vi racconto!

Luigi, Marco, la 90. Milano.

ioGero... e vi racconto

Marco a casa ci torna con la 90. Tutte le sere. Quattordici fermate sul filobus più famoso di Milano. A qualcuno dei suoi colleghi era persino scappata una smorfia di disgusto quando aveva parlato della 90, durante una delle prime pause caffè, nella nuova società di consulenza in cui era appena arrivato: la Powering. Le stava girando tutte. Prima la OkFuture, poi la Report&CO e adesso la Powering. Nel mondo della consulenza si dice che dopo la Powering trovi il lavoro vero e lui ci sperava. Anche perché Marco era un architetto, amava l’architettura e, sinceramente, era stanco di sprecare le giornate ad incasellare numeri dentro le cellette di un foglio di calcolo che “d’architettura” avevano davvero poco. Era stufo di questa fase lavorativa della sua vita che oggi avrebbe potuto sintetizzare cosi: “faccio ridicole presentazioni in PowerPoint per il mio capo, che è uno sfigato e mi manda email anche alle tre di notte per correggere delle presentazioni che poi non si cagherà nessuno”. Mi spiace se il capo di Marco è su questa pagina e sta leggendo questo racconto. Anzi, non mi dispiace. Quindi, caro capo di Marco, se sei connesso e stai leggendo sappi che non mi dispiace. Solo una cosa: prenditela con me. Non con Marco.

Marco certe cose non riusciva proprio a capirle ma era bravissimo a sopportarle. Non capiva quelle email mandate alle tre di notte, o il giorno di Natale, per correggere dei numeri che mica avrebbero salvato vite umane. E non capiva neanche quelle smorfie dei colleghi quando aveva parlato della 90 davanti alla macchinetta del caffè. Gli sembravano un po’ esagerate. Vero è che, ogni tanto, la 90 saltava qualche corsa e si viaggiava tutti ammucchiati. Ma capitava sempre più raramente e solo durante gli scioperi. Vero è che ogni tanto qualcuno starnutiva e rischiavi di beccarti l’influenza. Ma i cicli di vitaminaB che Marco aveva imparato a fare, tra settembre e ottobre, avevano ridotto i suoi episodi influenzali drasticamente. In compenso non impazziva a cercare parcheggio e non impazziva nel traffico. Dava il suo piccolo contributo alla lotta all’inquinamento e alla salvaguardia del pianeta e risparmiava un sacco di soldi. Nel complesso quindi, se faceva una bella analisi costi benefici come quelle che lui odiava fare durante le sue giornate lavorative, i benefeci del viaggiare a bordo della 90 erano di gran lunga superiori ai costi e agli sbattimenti di un’ipotetica auto.

E Luigi? Vogliamo parlare di Luigi? Io sì. Marco è così onesto che quando ha fatto l’analisi costi benefici non ha tenuto conto del fattore Luigi. Io invece glielo metto. Non viaggiare sulla 90 non gli avrebbe permesso di conoscere Luigi. Se l’era ritrovato davanti dopo appena due fermate, già dal primo giorno a bordo della 90. Se vogliamo essere precisi prima ha incontrato il dopobarba di Luigi e poi Luigi. Perché Luigi era sempre preceduto dal profumo del suo dopobarba.

“Prego, si accomodi” esordì Marco, tirandosi in piedi per lasciar sedere il Signor Luigi.

“Grazie. Piacere Luigi, sei nuovo qui? Sulla 90 intendo” rispose Luigi con un sorriso che raramente ti capita di incrociare di lunedì mattina, quando la 90, alle 8:40 è piena di gente che sbuffa, si lamenta e manda email. C’è chi addirittura riesce a fare tutte e tre le cose contemporaneamente.

“Piacere Marco. Sì. Sono nuovo. Lei conosce tutti qui?” Che ragazzo educato Marco.

“No, impossibile conoscere tutti. Riconosco però chi ci sale per la prima volta qui. Quindi a nome mio, e di tutta ATM, ti do il benvenuto”. Chiunque avrebbe pensato “Minchia un pazzo!  Di lunedì mattina”.

“Grazie Luigi” ha risposto invece Marco, in maniera estremamente naturale, senza lasciarsi sorprendere dalla gentilezza di Luigi che il resto dei passeggeri avrebbe scambiato per follia. Perché Marco era fatto così. Aveva cercato di abituarsi alle cose belle e la gentilezza era una di queste. Tra una fermata e l’altra di quella lunga prima traversata a bordo della 90, Luigi aveva intrattenuto Marco con piccoli aneddoti, si era permesso di dargli un paio di consigli e alcune semplici istruzioni per vivere e godersi al meglio l’esperienza della 90. Tutto senza risultare mai pesante o invasivo. Luigi era un piacere da ascoltare e da guardare. C’era molta architettura nel suo modo di parlare e di costruire le frasi, c’era molta architettura in quel nodo alla cravatta e ancora di più in quella rasatura della barba appena fatta. E le scarpe. Le scarpe erano diverse una dall’altra ma avevano un senso. C’era un ragionamento dietro quelle scarpe diverse, un ragionamento che però Marco non riuscì a portare a termine prima della fermata dove sarebbe dovuto scendere. Salutò quindi Luigi allo stesso modo in cui saluti quei compagni di viaggio che sai non incontrerai mai più.

Sbagliando clamorosamente.

A fine giornata, infatti, l’arrivo della 91 (la 90 diventa 91 se la prendete in direzione opposta) fu preceduto da un soffio che aveva lo stesso odore del dopobarba di Luigi. Marco fu felice di ritrovarselo di fronte una volta salito a bordo e contento di tornare a casa in sua compagnia. Questa volta fu Marco ad intrattenere Luigi: l’esperienza di quel primo giorno alla Powering, le sue impressioni e le sue perplessità. La 91 arrivò sotto casa sua senza che se ne accorgesse quasi e Marco si sentiva fortunato perché aveva parlato con qualcuno l’aveva ascoltato per davvero. Questa cosa lo faceva stare bene.

“Ci vediamo domattina, dopo la barba” gli disse Luigi mentre Marco saltava giù dalla 91 con l’espressione tipica di chi avrebbe voluto chiedere: “Come domattina? Sarai di nuovo qui?”. Luigi intuì quell’espressione anche attraverso le bussole che stavano per chiudersi e aggiunse “Poi ti racconto”. 

Bugia clamorosa. 

Perché sono più di dieci mesi che Marco viaggia sulla 90/91 in compagnia di Luigi e tutte le volte che Marco chiede qualcosa a Luigi che riguarda la sua vita, viene immediatamente interrotto da un “Poi ti racconto” a cui Luigi lega subito un nuovo aneddoto per non lasciare spazio a Marco di insistere con quella tipologia di domande. All’ennesimo tentativo di scardinare la vita di Luigi con una di quelle domande, Marco lo vide scattare in piedi.

“Scendiamo a questa! Seguimi”. È una di quelle sere, poche ormai, in cui la nebbia torna a fare visita alla città. Luigi e Marco sono sulla corsia pedonale del ponte di Viale Cassala, sulla circonvalla per intenderci. Il ponte passa sopra il Naviglio Grande ma il Naviglio neanche si vede a causa della scighera. 

“Andiamo giù, accanto al Naviglio, dai dai… ” propone Luigi a Marco che lo sta già seguendo sul viale che li porta di sotto.

“Lo sai che negli anni 70 era ogni giorno cosi? La nebbia arrivava puntuale. Adesso ci sono troppi palazzi e la nebbia non sa più da dove passare. Ogni tanto ci riesce ed eccola qui. Ti piace la nebbia?”

“Si” risponde Marco spiazzando Luigi.

“E perché ti piace?” incalza Luigi.

“Mi piace perché nasconde tutte quelle cose che sai che ci sono e le trasforma in una sorpresa. E c’è un preciso momento mentre ti avvicini e ancora non le vedi, quelle cose che sai che ci sono, in cui comunque te lo chiedi: e se adesso c’è altro? Ecco, è quell’emozione di piacevole paura che mi piace”.

Luigi era orgoglioso della risposta del ragazzo ed era felice di scoprire l’uomo in gamba che era diventato Marco. Non di certo grazie a lui che l’aveva abbandonato quando aveva meno di un anno. Ma non era tornato per prendersi nessun merito. Voleva solo conoscerlo, parlargli. Come aveva fatto in questi ultimi dieci mesi.

“Tu sei come la nebbia” all’improvviso sentenzia Marco, interrompendo i pensieri di Luigi.

“Tu sei come la nebbia, che poi sparisce e nessuno sa dove va”.

Luigi per la prima volta sente la nebbia che gli entra dentro come se fosse lui stesso una strada. Marco ha già capito tutto e probabilmente da molto tempo.

“Poi ti racconto” riesce a dire Luigi, “Prometto che ti racconto tutto”. 

2 commenti su “Luigi, Marco, la 90. Milano. ”

  1. Meraviglioso! Alla fine vengono i lucciconi agli occhi! Hai una innata raffinatezza nel raccontare i particolari che rendono l’idea del contesto e lascia che il lettore possa immergersi nel racconto!

    • Ciao Lucia e bentrovata sul Blog!
      Grazie mille per i complimenti e per aver letto la storia di Luigi e Marco.

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