Neri, il tavernaro più famoso di Firenze, riempie i boccali di vino con dei movimenti così veloci e ripetitivi che ricorda la parte terminale di una catena di montaggio.
I suoi gesti sono ormai talmente automatizzati
che alcuni di quei boccali li riempie persino senza guardarli. Neri, da grande appassionato di calcio Neri, li chiama NO-LOOK quei boccali riempiti alla cieca e quando gli riescono (sempre) sono omaggio della casa. Nonostante i suoi 128 kilogrammi, con un salto da fermo, vola sul bancone, sbatte i piedi così forte da far schizzar via le gocce di sudore dalla sua fronte e urla “SIGNORIIII!!! BOCCALE NOOO-LOOOK!!”. In taverna si scatena allora una standing ovation e tutti vanno in fibrillazione per l’ansia di scoprire a quale tavolo sarà assegnato il boccale in omaggio. Ecco quindi che entra in scena la Gina, donna dal profumo di pane caldo appena sfornato, cameriera della taverna e moglie di Neri. Da Sempre. La Gina interrompe qualsiasi cosa stia facendo in quel momento, si fionda al banco, impugna il boccale No-Look e comincia a camminare tra i tavoli, una specie di danza tribale, un percorso che ricorda il serpentino di Snake dentro i nokia 3310, sino a fermarsi in prossimità del tavolo vincitore. Come se non bastasse, i clienti della trattoria accompagnano e sostengono questa cerimonia con un coro tipico da stadio “OOOOOOOOOOOOOOOOHHHHHHHH” che puntualmente esplode in “OLLEEEEEEEEEE” non appena il boccale fortunato atterra sul tavolo prescelto.
La tradizione vuole poi che i boccali vinti vengano offerti e condivisi tra i commensali, quindi in realtà vincono sempre tutti perché quando è festa, deve essere festa per tutti! Questa è l’unica regola dentro la taverna di Neri.
Neri è molto affezionato a questo ragionamento che il padre gli ha lasciato in eredità:
“Neri la taverna adesso è tua. Con le raccomandazioni io non sono mai stato bravo, altrimenti ti avrei fatto lavorare in banca. E poi tu sai fare tutto. Soltanto un consiglio, anzi un ordine. Quando è festa, è festa per tutti. Compra quindi un calendario grande ogni anno. Appendilo bene in vista e quando c’è un giorno di festa caccia via tutti, chiudi le porte e corri a casa. Prendi la Gina, acciuffa Niccolò e Maria, caricali tutti a bordo del Memorium e andate in superficie in missione. Le giornate di Festa servono a ricordare qualcosa, a rendere omaggio a chi ha fatto qualcosa per renderle tali. Per questo abbiamo costruito il Memorium. Per tenere in vita la memoria.”
Questo il testamento del padre di Neri al figlio tavernaro.
Il Memorium è un sottomarino fluviale. Viene avvistato a ridosso degli argini dell’Arno, a Firenze, principalmente durante i giorni di festa. La sua forma ricorda quella di auto e tutti, infatti, lo confondono con una Jaguar d’epoca. Compare quasi sempre al tramonto, orario in cui in città, turisti e fiorentini, son tutti per strada ad ammirare la stella più luminosa che si colora e corre a nascondersi dietro l’orizzonte. Quando il Memorium torna in superficie tutti si fermano a guardarlo, a salutarlo, i padri prendono i loro figli e li mettono sulle spalle per fargli veder meglio il Memorium. Molti provano a fotografarlo ma è tutto inutile: la scocca del Memorium, infatti, è un concentrato di acciaio e tecnologia che lo rende invisibile sulle foto. Al suo passaggio la gente comincia a ricordare, i ricordi tornano a prendere colore e tutta la memoria viene riossigenata. Quello che si è imparato a scuola, anche tanti anni prima, torna improvvisamente fresco in mente. Questo è l’obiettivo per il quale è stato concepito il Memorium: evitare che la storia futura venga rovinata dagli stessi errori fatti nella storia passata.
A quanto pare è stato registrato un forte calo di Memoria nel nostro Paese negli ultimi giorni e nella sala operativa del Memorium c’è un gran fermento. La Taverna di Neri, quindi, resterà chiusa qualche giorno, anche se non sarà festa. La saracinesca è abbassata e sopra c’è appeso un biglietto, che pare scritto un po’ in fiorentino: “Siamo su i Memorium. Ci tocca fare gli straordinari per voi bischeri umani. Si aprirà poi”
Indiscrezioni da parte dei servizi segreti dicono che il Memorium potrebbe comparire anche in altre città e non soltanto a Firenze. Vicino al Tevere a Roma, sui Navigli a Milano e lungo il fiume Oreto a Palermo. Il protocollo prevede che in caso di avvistamenti bisognerà fermarsi e far fermare anche gli altri passanti. Il Memorium darà una rinfrescata alla nostra memoria, ripristinando quello che la storia ci ha insegnato, poi proseguirà il suo cammino. Quello che dobbiamo fare noi quindi è semplicemente fermarci e ricordare. Perché l’odio è proprio dietro l’angolo e aspetta anche un piccolo calo di memoria per fare la voce grossa. E con l’odio in giro c’è poco da brindare. Parola di Neri.
Questo breve racconto lo dedico a Liliana Segre, alla sua testimonianza e tutto quello che rappresenta.
