Prendete una goccia d’acqua. Fatto?
Bravi!
Adesso accendente un fiammifero e provate ad incendiare quella goccia d’acqua.
Non ci riuscite vero? Beh, dicono che sia impossibile.
Eppure quello che provavano a fare con noi era la stessa cosa.
C’hanno portato dal dottore che eravamo ancora piccoli perché ci vedevano “strani”. Ma siamo tornati a casa senza una risposta.
C’hanno riportato dal dottore che eravamo meno piccoli, perché eravamo troppo strani e a scuola non ascoltavamo la maestra. Siamo tornati a casa con un sacco pieno di pillole e sciroppi anche se non avevamo una risposta.
C’hanno tolto dalla nostra classe e messi in una classe “a parte” dove non ci spiegavano niente “per non stancarci”. Ma noi ci annoiavamo senza far nulla e abbiamo cominciato ad immaginare tutte le cose da imparare.
C’hanno chiesto di restare a casa mentre tutti gli altri ragazzi uscivano il sabato pomeriggio. Ce lo hanno chiesto “per non infastidire”. E allora il mondo che c’era fuori ce lo siam costruiti, tutto dentro la nostra testa. E vi assicuro che abbiamo costruito il più bello dei mondi possibili.
C’hanno proibito di lavorare, di amare, di viaggiare, di vivere, ma a quel punto ci siamo incazzati.
Allora c’hanno messo i camici con le braccia al contrario convinti di poterci tenere fermi ma noi abbiamo cominciato a danzare.
E poi cosa hanno fatto?
C’hanno chiuso in un luogo brutto, convinti di farci diventare “normali” ma noi lo abbiamo fatto diventare il nostro castello.
Adesso vi saluto, torno di là a tenere accese tutte le mie gocce d’acqua.