Il mio nome è FA’EZ e vengo dalla Siria.
Da quando sono in Italia ho imparato che devo dire grazie quando qualcuno mi tratta bene o semplicemente mi sorride. Devo dire scusa quando qualcuno si arrabbia o mi guarda male.
Devo correre il più possibile quando i miei compagni iniziano a fischiare, perché vuol dire che stanno arrivando i vigili e con loro non basta dire scusa.
Le uniche due cose che mi sono rimaste della mia terra sono due immagini che il primo giorno di scuola il maestro ci fece ritagliare.
Il secondo giorno la scuola non c’era più perché una bomba l’aveva spazzata via.
Nella prima immagine si vede Icaro che vola verso il sole con le sue ali di cera, mentre nella seconda ci sta Carl Fredricksen, il protagonista di UP, che vola con la sua casa grazie ai palloncini.
Il maestro ci ha spiegato che soltanto grazie alla curiosità il nostro Paese potrà essere veramente libero un giorno, che non dobbiamo credere alla storia della cera che si scioglie e dei palloncini che scoppiano. Subito dopo è stato arrestato perché non lo doveva fare.
Da quando ho scoperto questo posto corro sempre qui quando c’è da scappare. Da qui tutto sembra possibile e la mia Terra più vicina.
Sono certo che un giorno i vigili mi inseguiranno sino a qui, ma non sanno che questi lampioni si trasformeranno in palloncini, l’asfalto sotto i loro piedi sarà cosparso di cera e non riusciranno tenersi in piedi.
Loro non sanno che io mi chiamo FA’EZ e nella mia lingua vuol dire VINCITORE.